Lezioni di musica
Considerata l’esponente principe della categoria degli strumenti musicali a percussione, la batteria è certamente uno dei motivi per cui tanti allievi delle scuole di musica iniziano ad avvicinarsi spontaneamente a generi in cui il “fattore ritmo” è essenziale. Scopriamo come è fatta una batteria e la sua storia.
La batteria: cenni fondamentali sullo strumento
Assieme alla chitarra classica, elettrica e a diversi strumenti della famiglia dei cordofoni, la batteria è l’esponente principale del gruppo delle percussioni per cui indubbiamente vengono richieste più lezioni di musica in assoluto.
Il suo appeal presso il grande pubblico è dovuto senz’altro alla dinamicità ed alla presenza scenica dello strumento, oltre che ai suoi suoni secchi, potenti e in grado di costituire la spina dorsale di un brano, assieme alla sessione ritmica supportata dal basso.
In qualsiasi band moderna di successo, troviamo al centro della scena un capace batterista, che di certo ha saputo trovare la giusta configurazione per questo strumento, a cui bisogna riservare uno studio teorico continuativo e una pratica quotidiana molto assidua, spesso svolta tramite batterie elettroniche, che consentono di potersi esercitare dove e soprattutto quando lo si desidera, durante o dopo le lezioni di musica impartite dall’insegnante.
Come è fatta una batteria
Avviandoci alla scoperta di questo importante strumento musicale, noteremo ben presto che il fattore “personalizzazione” è una pratica chiave di tutti i batteristi più o meno esperti.
Infatti, non esiste un drumset standard valido per tutti gli esecutori ed ogni musicista studierà e metterà a punto la giusta combinazione di componenti per ottenere il sound desiderato, un parametro che varia da genere a genere.
I requisiti di una batteria per una band jazz non saranno certamente gli stessi richiesti per eseguire musica heavy metal o rock progressivo.
Detto ciò, nelle nostre prime lezioni di musica impareremo a conoscere i componenti chiave della batteria.
Iniziamo dalla cassa, di norma suonata con un pedale (e perciò col piede destro nel caso in cui fossimo destrorsi, sinistro se siamo mancini) e in grado di conferire al brano la linea ritmica principale; seguono per importanza il rullante, sul quale ogni batterista che si rispetti elaborerà con creatività e stile la ritmica del pezzo suonato; infine i tom, ovvero tamburi cilindrici capaci di originare suoni più gravi e d’impatto.
Per quanto riguarda invece i piatti, ne troviamo ovviamente diverse tipologie a seconda del suono che si desidera ottenere, e del suo prolungamento temporale.
Si parte dal classico hi-hat o charleston, costituito da una coppia di lamine in metallo posizionate parallelamente ed in grado di essere aperte e richiuse dal batterista tramite un pedale; per passare ai crash, piatti di foggia più aperta ed in grado di trasmettere il suono in maniera più enfatica e vibrante nei punti più importanti di un brano.
A questa tipologia di piatti fanno da contraltare i cosiddetti splash, generalmente più piccoli e capaci di originare suoni molto brevi quanto acuti, fondamentali per creare abbellimenti ad un brano senza incidere eccessivamente sul cambio di direzione ritmica.
La batteria: quali bacchette usare?
Uno dei primi dubbi espressi dai giovani allievi che prendono lezioni di musica per batteria è costituito dalla ricerca di un tipo di bacchette adatte a loro. Se siamo principianti, possiamo senz’altro scegliere bacchette in legno di noce oppure acero, che mantengono dalla loro parte le caratteristiche di morbidezza di cui siamo alla ricerca, prima di passare a legni di durezza maggiore, tra cui quello di quercia, capace di mantenere più a lungo la vibrazione di un tamburo.
Prestiamo inoltre attenzione alla qualità della punta delle bacchette: se ne sceglieremo un paio in plastica, potremo senz’altro godere di quel suono profondo e caratteristico del rullante così come dei piatti, che risulteranno all’orecchio più freschi; a differenza delle bacchette con punta in legno, dal sound più profondo ma indubbiamente meno “giovane” rispetto a quelle in plastica.
Abbiamo così illustrato i primi rudimenti utili per conoscere la batteria nelle sue parti fondamentali: non dobbiamo fare altro che iniziare lo studio in maniera seria e continuativa nel tempo per apprendere la tecnica che ci renderà unici e originali con le bacchette in poco tempo.